giovedì 23 febbraio 2012

Adolf Dietrich - modestement, il peint

1900, cantone di Turgovia (Svizzera). Immaginate di essere in una stanza completamente rivestita di legno, una giornata di sole, un camino che vi regala tepore, spalancate le finestre, attivate il vostro bulbo oculare e vedrete davanti a voi fantastiche vedute: le colline del lago di Costanza, il giardino del vicino, gli animali della foresta, in particolare uccelli ma anche scoiattoli, cani, faine e puzzole, i ritratti e le immagini delle piccole scene di vita quotidiana del villaggio - come la fiera annuale, l'arrivo delle barche - ma anche amici, conoscenti e bambini di strada. In seguito però, vi renderete conto che queste vedute e questo anno non appartengono a noi ma alla vita di un pittore modesto dove la sua unica insegnate è proprio la Natura: "Adolf Dietrich". Per cinquant'anni Adolf ha messo al centro delle sue opere il microcosmo che gravitava attorno alla sua Stube. I suoi dipinti raccontano la natura e la vita quotidiana in modo quasi fiabesco, con un'esecuzione elementare e semplice, utilizzando colori brillanti e puri. Sempre ripreso con uno stile personale a metà strada tra naïf e realismo magico, il piccolo mondo di Dietrich e il circolo delle sue creature si può davvero racchiudere nella parola "Berlingen am Untersee" (Berlingen il sottomarino). Nonostante da ogni sua opera traspaia un profondo sentimento di unione con l'ambiente circostante, Adolf non dipingeva mai all'aperto: l'artista prendeva rapidi schizzi dal vero per lavorare poi ai dipinti a casa, seduto al tavolo da pranzo della sua Stube, affidandosi solo alla sua memoria e al quaderno di appunti, variando infatti spesso formati e dimensioni e combinando in un'unica opera vedute differenti. L'unica attrezzatura erano la carta e la matita, e più tardi una macchina fotografica. Negli anni Venti Dietrich espone i suoi primi lavori e poco dopo entra a far parte della prestigiosa galleria di Herbert Tannenbaum, si avvicina quindi alla Neue Sachlickeit - un gruppo di artisti tedeschi che in quegli anni in contrapposizione allo stile espressionista e astratto, creano opere in uno stile realista facendosi portavoce del cinismo e dello spirito di rassegnazione che si respirava in Germania dopo la Prima Guerra Mondiale. Eppure, nonostante la fama e l'indipendenza economica, Dietrich non abbandonerà mai il suo stile di vita modesto e la sua casa di Berlingen. La visione idilliaca che abbiamo oggi della Svizzera deve forse molto ai suoi paesaggi rurali. Sebbene sia stato spesso definito il Rosseau svizzero, di ingenuo e naïf però c'è ben poco di Adolf Dietrich: la qualità della sua pittura risiede tutta nell'osservazione della natura e nella ripetizione, quasi compulsiva dei soggetti. In questo senso può essere considerato un precursore del modernismo, per i suoi dipinti ossessivamente ripetitivi e per lo stile che, sebbene certamente realista, raggiunge un grado di artificialità che lo porta ben oltre la nuda e cruda narrazione dei fatti. Una Natura che si dissolve in un quadro lasciando spazio solo alla rappresentazione della realtà al di là di qualsiasi limite temporale. E allora: "bada bene al contenuto e non alla cornice".