venerdì 6 gennaio 2012

Cooper & Gorfer - mon or le silence

Un paese che dista dal mare più di qualunque altro al mondo, arroccato su montagne che gli sono valse la nomea di "Svizzera asiatica" (ahimé senza i caveaux). Un nome quasi impronunciabile, che appare sui quotidiani associato a rivoluzioni o tristi primati: è 13simo nel Corruption Percepition Index. Difficile che qualcuno si innamori del Kirghizistan. Eppure per anni le fotografe Sarah Cooper e Nina Gorfer, alias Studio Seek, hanno sognato di raccontare l'anima di questa instabile e impervia ex provincia sovietica con il loro obiettivo. Dimenticate però i reportage documentaristici. Il lavoro di Studio Seek, oggi raccolto nel libro My Quiet of Gold, è infatti una raccolta di storie narrate attraverso sofisticatissime immagini e testi ispirati alla tradizione orale kirghistana. In cui l’artificio diventa, quasi paradossalmente, il mezzo per raccontare la vera essenza di una cultura. Dalla voglia di catturare qualcosa che si sta perdendo all’esperienza del viaggio come strumento di conoscenza delle culture lontane, fatta attraverso le persone e i loro racconti in un' epoca in cui viviamo dove ci pare di aver visto e fatto tutto, ma la maggior parte di noi esplora il mondo con il mouse, seduto in poltrona. Ed è per questo motivo che voglio immergervi nel mondo Sarah e Nina, un mondo raccontato attraverso immagini che sembrano dipinti, un mondo legato alla tradizione della fotografia analogica del passato, l’artificialità della situazione, la novità del mezzo e l’eccitazione di farsi immortalare: la fotografia. E allora bon voyage in questo viaggio storico senza conformismo e senza mai dire una parola.

 


 






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